Fermo restando che l’aspetto patologico che causa l’ipovisione è di competenza esclusiva del medico oculista, oggi più che mai è possibile attivare un percorso riabilitativo che permetterà di svolgere molte attività visive perdute a causa della nuova condizione di ipovedenza (lettura, scrittura, disegno, TV, ...)
E’ compito dell’ortottista, esperto in ipovisione e riabilitazione visiva, individuare la strategia e gli ausili necessari per consentire al paziente ipovedente di sfruttare la finestra visiva residua e di potenziarne la funzionalità.
Quali sono gli ausili per la riabilitazione dell’ipovedente?
Prima di tutto è necessario fare una premessa e dire che ogni soggetto ipovedente va gestito in maniera personalizzata e non esistono regole universali e con la stessa efficacia per tutti i casi. Il vissuto della persona, le motivazioni, il supporto dei familiari, l’accettazione della patologia causa di ipovisione, gli eventuali limiti fisici, il livello di compromissione del campo visivo, la patologia stessa, sono tutte variabili che giocano un ruolo importante nel percorso riabilitativo.
L’ausilio non servirà a nulla se non ci sono le condizioni psicologiche e motivazionali per il corretto utilizzo. Al contrario, diventerà un compagno di vita per tutte le attività visive ritrovate.
L’ortottista riabilitatore, presa visione del quadro clinico e solo dopo aver ascoltato e compreso le reali esigenze del soggetto ipovedente, potrà intraprendere il percorso riabilitativo personalizzato che consisterà nello sviluppare le capacità visive rimaste e amplificare le stesse con il supporto di ausili ottici, elettronici, informatici e sistemi di illuminazione.
E non basta scoprire la possibilità di poter tornare a leggere o scrivere, per acquistare o richiedere la fornitura in convenzione dell’ausilio, è necessario che lo si impari a utilizzare in piena autonomia e nel migliore dei modi. Per questo motivo per noi è fondamentale la fase di apprendimento e formazione all’uso degli strumenti.